
Gruppo Archeologico Kyme
Individuare, accertare, tutelare e valorizzare il patrimonio dei Beni Culturali ed Ambientali
Il Lacus Baianus è un’insenatura naturale del lago di Baia, celebre per i suoi ritrovamenti archeologici. Fu molto importante in epoca romana in quanto rappresentava un posto sicuro in cui alle navi era garantita protezione: le correnti marine tenevano al sicuro le navi e arcieri e soldati avrebbero difeso la zona dall’alto in caso di combattimento.
Quest’area, che si trova sotto la gestione della Soprintendenza archeologica del parco archeologico dei campi flegrei, può essere visitata e offre diversi servizi quali diving, snorkeling e giri turistici con imbarcazioni autorizzate.
I ritrovamenti dell’insenatura, oggi sommersi a causa del fenomeno del bradisismo, si trovano nelle profondità marine ad un’altezza che può variare dai 4 ai 6 metri sotto il livello del mare.
Evidenza dell’intervento romano è la “Punta dell’epitaffio”, sul quale nel 1400 c’era un epitaffio (iscrizione) in riferimento alla bellezza delle terme antiche di baia, nelle quali Claudio usava deliziarsi a causa dei suoi problemi fisici.
Le Statue e la Villa
I reperti presenti nel Lacus Baianus sembrerebbero corrispondere ad una villa che fu eretta in memoria della madre di Claudio, difatti all’interno vi sono delle statue (le originali sono conservate al castello di baia) che presentano i volti della famiglia imperiale. La villa era di un’importanza tale che Claudio fece ricostruire una grotta per dar luogo a grandi banchetti.
La villa presenta una struttura semi-circolare, circondata da statue, con gli ambienti termali all’interno della villa stessa.
La prima statua che vediamo è una figura femminile con una pettinatura a cipolla raccolta da un diadema. Questa è la statua di Antonia minore, madre di Claudio, morta da poco al tempo della creazione della statua, rappresentata come venere genitrice della dinastia giulio-claudio.
La seconda statua è la figura di Baios, che dà il nome alle terme di Baia; è rappresentata nel momento in cui sta versando del vino contenuto in un’otre a Ulisse, che a sua volta ha in mano un cratere (vaso più grande del mondo Greco) che porge a Polifemo per ubriacarlo.
La testa di Ulisse è andata persa a causa dei litodomi, animali marini che si nutrono di marmo e pietre.
Le figure omeriche di Ulisse e Baios si riferiscono all’ubriacatura di Polifemo che rappresenta ciò che può avvenire se si oltrepassano i limiti del bere; proprio per questo motivo si trovavano nei pressi del luogo di banchetto.
La stessa raffigurazione è presente nella villa romana di Livia e nella villa di Somma Vesuviana.
Altro elemento importante del Lacus Baianus è la strada, difatti, uscendo dal ninfeo, vi era una strada, di cui sono ancora visibili le pietre che formavano i basolati tipici romani.
I grandi blocchi di basoli tracciavano la via Erculanea, dedicata ad Ercole.
Tradizione vuole che tanto tempo fa, quando si venne a creare la piana flegrea, Ercole e gli dei combatterono contro i titani della piana, e lui fu uno degli eroi che riuscì a sconfiggere i giganti.
Uno di questi giganti sconfitti fu il gigante sul cui corpo c’è l’isola di capri.
Anche Ischia secondo gli antichi greci era sorta dal corpo di un gigante.
Il castello di Baia
Il castello (un po’ ricorda il maschio angioino), è del periodo aragonese e fu costruito a causa di una serie di escursioni saracene del 1444. I nemici venivano dal mare e cercavano di appropriarsi dell’entroterra, nacquero dunque una serie di sistemi di difesa, tra cui il castello di Baia.
Questo, prima di essere castello, aveva avuto un’occupazione più antica: sotto i resti del castello vi sono delle testimonianze di una villa romana che molto probabilmente fu di cicerone.
Questa villa a causa del fenomeno di bradisismo ebbe un processo di incastellamento e divenne un castrum: un insediamento difensivo che poi si trasforma in castello.
La struttura è particolare perché è fatta tutta in tufo giallo napoletano, che viene dall’eruzione dei campi flegrei.
Le pareti del castello sono leggermente inclinate: questa è una tecnica di difesa perché con lo sviluppo delle macchine belliche le protezioni (le mura) dovevano essere più forti.
La Peschiera
Si tratta di una zona, poco fuori dal parco archeologico, che appare come un anfiteatro, ma è una peschiera semicircolare, quindi una vasca per pescare.
Questa peschiera è costituita da tre balze (cerchi) semicircolari semi emerse ed è una struttura chiusa in cui si allevavano i pesci che venivano poi pescati col retino.
Questi cerchi sono caratterizzati da una struttura in opera reticolata, una maglia a reticolo di tufo giallo che veniva disposto in tal modo per evitare di avere problemi in caso di terremoto.
La struttura a reticolo, infatti, se sollecitata dai sismi non crolla, diversamente da una struttura rigida, e costituisce il cosiddetto opus reticolatum.